Giorgio Conte
IL MESE DELLA ROSE



Ancora un paio di dossi
Due cuorve, una salita
Sono stanco ho gli occhi rossi
Scivola la macchina e la vita
Soltanto tre chilometri
Spengo la radio che voglio sentire
La voce della mia città
Eccola là, eccola là

Luci gialle ultimo casello
Luci bianche periferia
Semafori ed incroci che conosco
Che conosco uno ad uno
A sinistra in fondo il fiume
Più distante il camposanto
Domani ci vado è il mese delle rose
Il tempo di sbrigare soltanto poche cose

Oltre il cavalcavia il viale
Casa mia a metà collina
Con i lampioni che si accendono di sera
E si spengono di mattina
Farò piano ma chissà, per svergliarvi basterà
Una luce in più, una porta che sbatte,
Un abbraccio un po' troppo robusto

Quante volte sono partito
Quante volte sono tornato
Spesso tardi, ma ero sfinito
Però ogni volta vi ho comprato
Giocattoli biscotti e cioccolato
Ogni tanto qualque regalo sbagliato
Ma avevo da fare troppe cose
Così volava via
Anche il mese delle rose

Rita, sul finestrino di un camion...


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